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TAMARA

                                         


ANNA: Qual è un grande insegnamento che hai imparato dalla tua famiglia?

TAMARA: Che il bene attrae il bene, lo vedo ovunque nella mia famiglia, siamo veramente tutti molto vicini, questi legami di sangue che abbiamo sono rari. 

A: Il fatto che Ponza sia un posto così piccolo ha aiutato nei tuoi rapporti?
T: Sicuramente ha aiutato ma ci sono anche tante famiglie che vivono nello stesso metro quadro e tra fratelli non si parlano.Ponza mi ha aiutato a livello familiare sicuramente ma anche a livello di amicizia, nel senso che ci sono delle amicizie che non ho scelto, perché eravamo quattro persone della mia età, però negli anni hanno continuato ad esserci, anche quando io comunque poi sono andata fuori o le mie amiche sono andate fuori…è un’ancora che ti tiene fermo, saldo.

A: Perchè sei andata via?
T: Ne avevo l’estremo desiderio e i miei genitori mi hanno sempre spinta a vedere il mondo fuori dalla nostra bolla di isola. Quindi è stato bello, emozionante; poi io sono una persona anche molto determinata, avevo dei punti di arrivo nella mia vita, li ho sempre avuti e quindi seguivo quelli. 

A: Torneresti a vivere a Ponza?
T: No, cioè è complicato…se a 18 anni mi chiedevi ti avrei detto che mi sarei sentita un fallimento dopo tutti i sacrifici che ho fatto, ma ora ti dico che è una questione di possibilità, non c’è lungimiranza e tanti non capiscono che i risultati si vedono nel tempo. 

A: Cosa vuol dire per te essere donna?
T: Sono molto fiera di essere nata donna, dobbiamo lottare ma sono fiera delle conquiste, mia mamma mi ha cresciuta a pane e indipendenza. 

A: Pensi che sia diverso essere donna a Ponza e donna a Milano?
T: Si e no, ci sono più possibilità in generale in una città e la mentalità di un’Isola è sicuramente un po’ più chiusa. Il fatto che tu non sia conosciuta da tutti e che tutti sappiano tutto ti rende più libera…a Ponza ci sono tante etichette invece, tabù e argomenti che non vengono compresi.

A: Di quali argomenti parli?
T: Per esempio dell’omosessualità, soprattutto i più giovani non capiscono che le cose stanno cambiando per fortuna e che non si possono fare più battute neanche a titolo di scherzo e quando lì fermo sono 
sempre vista come quella pesante… penso che questo sia perchè essendo un luogo piccolo non hanno mai vissuto un’esperienza di un ragazzo o ragazza che racconta delle proprie difficoltà. 

Non penso sia cattiveria ma ignoranza. 

O anche il tema dell’aborto, tema che ricorre con mia mamma molto credente. Mia madre, nella sua visione cattolica, ha una visione di aborto che si fa in casi estremi, non è contrario all'aborto, grazie a Dio, però lo vede molto più come una una situazione determinata e specifica.  Io la vedo proprio come una scelta, giustamente, della donna, a prescindere dalla sua situazione. Io vorrei figli ma credo che per averli debbano esserci delle situazioni determinanti…