RAFFAELLA
ANNA: Che cosa fai nella vita?
RAFFAELLA: Lavoro nella Società Dante Alighieri, che è un'istituzione, un ente del terzo settore, fondata nel 1889, che ha come missione la diffusione della lingua italiana in Italia e nel mondo. Ha una struttura molto articolata e ci sono diversi progetti, come uno rivolto agli studenti cinesi e ora ho avviato un programma di corsi per migranti da realizzare presso i comitati in Italia.
A: Pensi che sia una dedizione che va oltre al solo lavoro per lavorare?
R: Assolutamente si, bisogna nutrire relazioni con chi lavora con noi, spesso sono volontari, bisogna imparare ad essere assolutamente accoglienti con chi arriva da noi ma anche tra i colleghi. I primi corsi che abbiamo inaugurato a Siracusa per i migranti erano rivolti ad un gruppo di donne con una grande esigenza di uno spazio per stare anche semplicemente insieme per condividere momenti.
A: E all’interno di questo spazio quali sono i compiti dei docenti?
R: Di insegnare ma non solo l’italiano, insegnare ad andare a fare l’ordine al bar, a muoversi in strada, a vivere nel quotidiano in una cultura diversa dalla loro.
A: Come pensi che la persona che sei abbia completato il tuo lavoro e viceversa?
R: Sono molto credente e questo penso sia già una disposizione che ti permette di dare valore a determinati aspetti della vita no? Proprio per questo ho partecipato ad un progetto della caritas che si chiamava “Rifugiato a casa mia” e ho accolto un ragazzo della Costa d’Avorio che ha vissuto con noi un anno e mezzo, fa parte della mia famiglia ormai, e l’ho aiutato a portare qui sua moglie. Mia madre era straniera ed aveva una mentalità già molto più aperta e ho imparato molto da lei. Cerco di creare una comunità ovunque io vada.
A: Qual è stato un suo grande insegnamento?
R: Mia madre mi diceva sempre: 'Ricordati che ogni scelta ha la sua conseguenza' e per me era una specie di tortura questa frase perché ho fatto tanti errori, insomma…sono poi diventata un po’ come lei e sono anche io per le terapie d’urto, mi butto e faccio.
A: Ci vuole tanto coraggio, hai delle paure?
R: La mia psicologa mi ha detto di elencare dieci cose gravi che mi fossero successe nella vita e io non riuscivo a dirne neanche una…trovo sempre soluzioni alle cose brutte, le affronto. Si, ho paura ma trovo spesso il modo per andare avanti.
Ho paura di questa nostra società, di come sta girando il mondo e purtroppo io non posso gestire tutto, sono più arrabbiata che altro.
A: Quali aspetti più profondi ritrovi nell'essere donna??
R: Tra donne prima di tutto c’è solidarietà e una condivisione del bene e del male, le donne possono generare figli, sono generatrici sempre. Essere femministe vuol dire lottare fuori e dentro casa.
A: Cosa vorresti per le donne appena arrivate in Italia a cui insegnate?
R: Vorrei che non si sentissero mai sole, ho la speranza e la convinzione che l’essere umano può essere meno peggio di quello che pensiamo, vorrei stessero vicino a persone con cui si possano semplicemente confrontare.