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MUNI





ANNA: Che valori ritrovi nella famiglia in cui sei cresciuta? 

MUNI: Dunque, alcuni valori li ho dovuti costruire attraverso legami esterni perché la mia è una famiglia in cui non si parla per definizione, per cui è complicato passare un valore se non si è vissuto, se non sei stato abituato a percepire le cose in un certo modo. Il valore principale che mi hanno insegnato credo che sia il rispetto per gli altri. Il rispetto delle persone, di tutti,  nel senso vero della parola. Da mamma ho portato questo anche nella mia famiglia. 

A: Cos’altro hai portato con te? 
M: Ho portato sicuramente il senso della natura, che non c'entra con il rispetto, ma che comunque anche quello fa parte del rispetto, perché si rispettano le persone, ma anche gli animali, le piante e la natura che ci circonda. 

A: Perché pensi di avere questo forte legame con la natura, da cosa viene, da che momento della tua vita? 
M: Allora, il legame con la natura viene dalla mia solitudine. 

Gli occhi le si immergono di lacrime e ci commuoviamo insieme

Quando sono cresciuta da bambina ero sola, i miei genitori si sono separati quando ero piccola e io sono dovuta crescere velocemente, mi inventavo mille giochi, mille cose…la mia nonna viveva in una casa fuori città e quando venivano le vacanze ero sempre immersa nella natura. 

A: Che rapporto c’era con tua nonna?
M: La mia nonna era una donna fortissima, molto anche in qualche modo prepotente, forte, in un mondo molto maschilista, però sempre molto autonoma, molto indipendente. La mia famiglia è una famiglia maschilista, il fatto per dire che una donna non facesse l'università non è mai stato un problema, la mia mamma mi ha sempre detto: 'ma fai quel che vuoi', non era un suo pensiero, non era una cosa in cui lei sentiva di spingermi o un'emancipazione che lei ha mai sentito neanche per sé stessa. 

Questa cosa poi io non ho voluto che per le mie figlie fosse così. Sia per te che per Nati (mia sorella), per  me era fondamentale che faceste un'università con passione, che vi potesse dare indietro un'istruzione e un modo di sostentarsi, quindi di essere veramente indipendenti…

A: Se potessi cosa cambieresti dell’Italia? 
M: C’è un estremo bisogno di riformare la scuola, mi piacerebbe un sacco, perché secondo me appunto manca ancora un rispetto, un rispetto della donna in quanto tale. Vorrei non preoccuparmi quando esci la sera e dirti: 'Anna, prendi il taxi' oppure 'stai attenta' oppure 'portati lo spray al peperoncino' 

A: Quale pensi sia la tua più grande forza? Cos’hai coltivato maggiormente nella tua vita fino ad ora? 
M: È una bella domanda, ti direi la pazienza. Perché per esempio adesso, più passa il tempo e più magari si avrebbe voglia di fare cose per sé stessi invece ci si  ritrova a doversi occupare di persone che magari non si sono mai occupate di te per tutta la vita e che rispuntano dal passato e bisogna avere grande pazienza per non mandarli a quel paese ma dire "va bene, questo è ricomparso forza e coraggio." 

A: Diciamo che è un'altra grande qualità il fatto che tu ti prenda sempre cura delle  persone, non è scontato,  non tutti lo farebbero…