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MICHELA
 



ANNA: Hai anche il cognome di tua madre giusto? come ti fa sentire questa cosa?

MICHELA: Sono super fiera di avere il cognome di mia mamma, perchè è parte del mio DNA,  è proprio parte della mia persona… il poter usare anche il cognome di mia mamma per definirmi è per me molto speciale come cosa. 

A: Raccontami un po’ del perchè ti sei spostata a Parigi

M: Mi sono spostata a Parigi perché vivevo in una mentalità molto chiusa a Milano, faticavo soprattutto con i miei coetanei, sentivo di non essere valorizzata. Ero molto vincolata dai pensieri e dai giudizi altrui senza poter creare una narrativa per me stessa. 

A: Di quali vincoli parli?

M: Parlo di una  questione di mentalità italiana chiusa, di insegnanti che fanno una gerarchia in classe tra maschi e femmine, come scherzo, sempre come scherzo ovviamente…non penso che questo comportamento specifico allora spinga gli uomini ad essere violenti contro le donne ma cosa gli fa pensare? Che sia accettabile fare queste cose, sia accettabile fare la battuta e ancora di più il fatto che “tu donna lo devi accettare” … io donna devo stare attenta, per qualcosa che non è in mio controllo. 

A: All’interno della tua famiglia ci sono dei tabù? 

M: Si sicuramente il tema della sessualità a casa mia è difficile da affrontare, non ho mai sentito mia mamma pronunciare apertamente la parola “sesso” ad esempio… sin da quando sono piccola mi è stato un po’ spiegato che noi donne dobbiamo fare molta più attenzione a quello che diciamo, a quello che ci mettiamo addosso, a come ci presentiamo… E’ un tema che ha avuto un forte impatto sulla mia crescita personale, io per tanti anni ho pensato che era un po’ sbagliato esplorare la mia sessualità… ero molto chiusa all’idea di scoprire me stessa, dovuto anche dall’aver frequentato sempre scuole religiose.

Banalmente da come ci si doveva vestire a scuola, le bambine non potevano avere neanche le spalle di fuori perchè era “strano” e io ora da adulta guardo indietro e penso che erano loro a rendere la cosa strana,  perchè una bambina di 6 anni con la spalla scoperta è una bambina di 6 anni che ha caldo…

A: E invece a Parigi come ti sei sentita?
M: Mi sono sentita più libera, mi sono sentita di poter essere la mia persona di poter crescere…

A: Che donna vorresti essere in un futuro?
M: Vorrei essere un esempio per altre persone nel mio piccolo…mi viene forse più facile da rispondere a “se io un giorno fossi mamma cosa insegnerei a i miei figli e figlie?”

Insegnerei loro  il rispetto come mi ha insegnato mia mamma, per se stessi e per gli altri, ma vorrei anche insegnare che ognuno di noi è  il narratore della propria vita ed è giusto così…bisogna essere la propria persona prima di tutto, anche perchè è un po’ come quando si sta male e si vuole aiutare gli altri, se si sta male devi prima curare te e poi puoi fare il passo di curare gli altri…