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LILLI




ANNA: Quali sono le qualità che ricerchi nelle tue connessioni con le donne?

LILLI: Ricerco sicuramente la generosità, dei sentimenti e del vivere. Ricerco il coraggio,mi piacciono le donne che affrontano la vita con coraggio, hanno il coraggio anche di rompere certi schemi. E ricerco il fatto di saper sempre guardare il mondo con occhi nuovi, non fermandosi mai. 

A: E dal lavoro che hai scelto di fare cos’hai imparato? 
L: Il valore della verità di quello che scrivi, perché non sempre viene applicato e non da tutti. Soprattutto quando ho iniziato io non esisteva che uno non andasse dove era successo un fatto per esempio, quell’avvenimento che poteva essere dall’omicidio, alla sparatoria, al corteo... io mi sono fatta anni di cortei perché mi sono fatta negli anni ‘77-’78 come giornalista per esempio, raccontando la verità perchè vissuta. 

A: Ti sei spostata molto per lavoro? 
L: In realtà ho fatto poco l’inviata, mi sono occupata della cronaca di Roma… ho avuto una figlia, l’ho avuta da sola e quindi ho fatto una scelta che privilegiava lei. Non ritengo che mi abbia limitato nella mia carriera guardare solo Roma; tutt’altro, perché anche questo mondo è come tutti i mondi: è in evoluzione, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere. Abbiamo l’arte più bella del mondo, abbiamo il Vaticano e quindi tutto un aspetto culturale e religioso importante, abbiamo una storia pazzesca alle nostre spalle. 

A:  Quale insegnamento senti di aver dato a tua figlia o alle persone della tua vita in generale? E quale insegnamento più caro hai ricevuto?
L: Io penso di aver dato proprio questo grande senso culturale dell’Italia cioè che ritengo che il nostro paese abbia dei valori unici che vanno esaltati, penso che uno è innanzitutto cittadino del proprio paese e poi cittadino del mondo. Ho imparato che bisogna guardare tutte  le cose con serietà con attenzione ma che alla fine tutto è relativo…

A: Puoi identificare una grande prova che hai dovuto superare?
L: La grande prova che ho superato è stata quella di avere Silvia da sola… io naturalmente appartengo
a un'altra generazione quindi quando io ho avuto mia figlia con un mio collega che era sposato è successo il finimondo in famiglia. Io però l'ho voluta fortissimamente ed è stato molto faticoso è stato un periodo durissimo, anche perché poi al contrario di quello che succede normalmente lui mi ha fatto causa per il riconoscimento e io mi sono opposta... ero convinta che sarebbe stato nocivo per la bambina. Nessuno capiva la mia scelta, mi prendevano per matta. 

E invece ritengo che sia stata la scelta più giusta della mia vita, sono stata coraggiosa, mi ha cambiato.